Da Cattolica a Pesaro sulla SP44 panoramica

Con la fine dell’estate che si avvicina a grandi passi sono voluto tornare nei luoghi che ho battuto nell’ultimo viaggio in bici.

L’itinerario mi è stato suggerito dalla Betta (ma si dai, la sorella di Prandi!), così insieme alla Bea siamo partiti in treno alla volta di Cattolica per percorrere la Strada Provinciale 44 panoramica che va da Gabicce a Pesaro. Si tratta di una strada poco trafficata, se si escludono moto e bici, che si snoda attraverso i saliscendi del Monte San Bartolo.

Il percorso presenta parecchi punti panoramici quasi a strapiombo sul mare. Bella anche la visione sull’interno dove dopo quasi ogni tornante spunta maestoso il castello di Gradara

La salita comincia portandoci in un luogo storico della movida adriatica, la Baia Imperiale

Con un dolce e piacevole saliscendi si raggiunge il borgo di Casteldimezzo caratterizzato da una chiesetta molto carina, il santuario del Santissimo Crocifisso.

Continuiamo a pedalare fino a Fiorenzuola di Focara dove decidiamo di fermarci a pranzo e scelgo di provare la piadina con il gratin (pomodori, peperoni e melanzane gratinati), pecorino e crudo… pare essere tipico della zona. Comunque buona!

Anche Fiorenzuola è un bel paesino con il castello e la torre. Dal centro del paese parte una stradina che porta in una spiaggia che dicono essere molto bella, ma la strada da fare era troppa e noi dovevamo pedalare

Altro punto interessante è stato il faro di Monte San Bartolo; sempre pieni di fascino i fari. Il giro in realtà non è lunghissimo, ma ci si ferma spesso ad ammirare il paesaggio. Se si chiama panoramica questa strada ci dev’essere un motivo, no?

E cosi arriviamo di gran lena a Pesaro, dove mi congiungo con l’inizio dello scorso viaggio, la mitica palla di Pomodoro. Che questa volta però non è granata, ma invasa da un mare di bambini per un mega mercatino di cambi e scambi. Però sempre affascinante la palla

Decidiamo quindi di fuggire da tutti quei cinni ed essendo in anticipo puntiamo in direzione Fano per farci un meritato bagnetto.

Dopo il rinfrescante tuffo in mare ripartiamo per raggiungere la stazione di Fano che ci aspetta tutta carina e piccolina e senza ascensore; e Kerri pesa come la morte!

Finisce così un giro in bici davvero molto piacevole che consiglio vivamente a tutti gli appassionati di trekking in bici. La compagnia è stata piacevole e le interazioni con gli altri ciclisti, come sempre quando si viaggia con due ruote, non sono mancate

Grazie a Betta e Bea, splendide compagne di viaggio.

I km pedalati in questo secondo sabato di settembre sono stati 44,8. Direi giusti.

Che ne dite di ascoltarvi Bicycle Race? Così magari vi viene voglia di iniziare a pedalare?

Viaggio in Adriatico – Da Pesaro a Pescara

Sono tornato un paio di giorni fa dal mio giro in bici lungo l’Adriatico tra Marche ed Abruzzo. Avete letto nei precedenti post il racconto tappa per tappa. Adesso mi piacerebbe fare un riassunto parlando più delle sensazioni che questo viaggio in solitaria, per me il primo, mi ha lasciato addosso.

Così tanti giorni pedalando da solo mi incuriosivano e preoccupavano allo stesso momento. Il rischio di qualche guasto in realtà non mi ha dato grossi problemi; ho sempre viaggiato su strade e ciclabili frequentate e i tratti isolati erano veramente brevi. Forse la tappa più “difficile” su questo aspetto è stata quella di Ascoli, quando ho percorso all’andata la ciclabile lungo il Tronto e al ritorno prima di entrare a Martinsicuro. Sicuramente a distrarmi sono stati l’obiettivo Olive la mattina e la voglia di sdraiarmi sul lettino in spiaggia al pomeriggio.

La curiosità invece di capire le sensazioni provate in un viaggio in solitaria è stata ben ripagata. Ho potuto ascoltarmi mentre pedalavo, capire i miei ritmi e sentire il percorso pedalata dopo pedalata. In realtà mi è capitato spesso di non essere da solo e allora Francesco sul treno per Pesaro, i due sconosciuti che mi hanno fatto una foto sotto la palla di Pomodoro e sul lungomare vicino a Falconara, poi i due ragazzi tedeschi, L’ultras vicentino all’uscita di Numana, Lollo la Cri e Fede a Fermo, il reggiano incontrato insieme alla sua morosa al 43′ parallelo, il proprietario della pista di macchinine radiocomandate alle porte di Ascoli, la prostituta sulla provinciale (ecco lei forse un po’ meno), Fabio e la Marty a Roseto, il ragazzo e la ragazza di Monaco prima di raggiungere Pineto, gli youtuber di Bicinviaggio, mio cugino Stefano, Davide e la sua ragazza i vicentini incrociati sui trabocchi, Il Tappo e la sposa con le sue amiche sono stati tutti dei compagni di viaggio. Si può dire che non ho quindi quasi mai pedalato da solo.

Il percorso è stato tutto sommato buono. Sul mare meglio l’Abruzzo per le ciclabili che le Marche, ma forse il grosso dei punti è stato raccolto dalla Via Verde della Costa dei Trabocchi; una ciclabile nuova e dal panorama mozzafiato. Io sono riuscito a percorrerla solo per un tratto relativamente breve, da Ortona a Fossacesia, ma è bastato per apprezzarne il fascino e la magia.

Altri tratti che mi sono piaciuti sono stati la ciclabile Pesaro – Fano, molto bella e scorrevole ma breve purtroppo. Poi Senigallia ed il tratto che mi ha portato fino a Fermo. In quel pezzo ho potuto anche gustarmi qualche pagina del libro che sto leggendo in questo momento, Dune.

Poi si, in Abruzzo le cose sono davvero cambiate. Quasi sempre ciclabili lungo la costa, quasi nessun tratto su strade trafficate e pericolose con l’unica pecca data dal fatto che nei centri abitati ciclovia e pista pedonale sono attaccate e bisogna fare molta attenzione ai pedoni che non guardano affatto dove stanno camminando. E in estate di gente che cammina nelle località di mare ce n’è davvero tanta. Ma sono (sia io che loro) in vacanza, che si divertano e rilassino diamine!

Una costante del viaggio in Adriatico è stata, ovviamente, la statale Adriatica; la mitica S.S. 16. Ne ho fatto almeno un pezzettino ogni giorno. Pure il venerdì che non ho pedalato, l’ho percorsa con mio cugino sullo scooter per andare in spiaggia. Ho cercato di evitarla il più possibile, perché si tratta di una strada sempre molto trafficata e senza un tratto ciclabile a fianco. È anche vero che dopo le statali dell’Ungheria nel 2017, dove i camion sfrecciavano a pochi centimetri dalle biciclette, una stataluccia italiana senza i mezzi pesanti (tutti in autostrada, visto che qui esistono a differenza della “Pannonia”) è stata quasi divertente.

Un piccolo passaggio su Kerri, la mia fedele compagna di viaggio. Per questa pedalata in solitaria ho deciso di utilizzare un’ebike, la mia Orbea Keram Suv 30. Ho fatto questa scelta perché le tappe che avevo previsto di fare erano un po’ lunghe da percorrere con Merri (l’altra mia bici, una Merida Crossway Urban 100, muscolare). Nei precedenti viaggi sono sempre stato sui 50km al giorno circa. qui ho viaggiato sul 70 abbondante e non volevo quindi tirarmi il collo. Sono pure sempre in vacanza, non tornare più stanco di quando sono partito. In più essendo da solo, potevo mantenere il mio ritmo senza adattarlo a quello del compagno di viaggio, che sia chiaro, è una delle cose belle di viaggiare insieme. Adattarsi l’un l’altro rendendo i diversi ritmi uno unico e condiviso.

Il bello di un viaggio in bicicletta è che può partire e terminare da casa. Sono partito lunedì 8 agosto prima dell’alba da casa mia già in tenuta da viaggio: pantaloncini con fondello, maglia tecnica, casco, borracce piene, zaino legato sul portapacchi. E così come mi sono goduto la pineta di Pineto o il passaggio di fianco alla vecchia stazione di San Vito Chietino, mi sono anche goduto la Vasca di Corbelli, la ciclabile delle Caprette lungo il Crostolo e l’attraversamento all’alba del ponte di San Pellegrino.

Questa cosa di non aver praticamente mai toccato la macchina per tutta la vacanza, se si escludono giovedì e venerdì sera insieme a Stefano e i due spostamenti in scooter fatti nella mia permanenza a Francavilla al Mare, è forse la parte che più mi affascina di una vacanza in bicicletta. Tutto si può toccare meglio, perché è un attimo scende dalla bicicletta e catturare un momento o un luogo. I ritmi scendono e si prende pieno possesso anche degli spazi attraversati che non sono solamente “trasferimento”, ma diventano anche essi parte del viaggio. Ed è così che mentre raggiungevo, ovviamente in bicicletta, il luogo dove mio cugino è andato a ritirare la sua bici a noleggio, ho scoperto una panchina arcobaleno sul lungomare di Francavilla. In macchina non me ne sarei per nulla accorto.

Non faceva parte del viaggio, era solo un punto di passaggio tra casa si Stefano e la partenza del nostro giro insieme, è diventata la giusta conclusione del nostro sabato insieme; anzi è stato il finale di tutto il mio viaggio! Non pensate anche voi che sia una gran figata?

E così, aggiungendoci i 22,5km pedalati domenica per raggiungere la stazione di Pescara e poi per arrivare a casa dalla stazione di Reggio il totale pedalato in questi 7 giorni è stato…

+411 km di sole, vento, acqua (fortunatamente poca quella presa in faccia, molto di più quella bevuta), sudore e sorrisi. E la voglia di partire nuovamente per un altro viaggio è già lì che mi morde le caviglie. Avanti così!

Finiamo con la musica, che sempre accompagna ogni mio post e visto che il mio è finito ora lo auguro a voi, buon viaggio…

Viaggio in bici. Giorno 3 – San Benedetto del Tronto – Ascoli – Alba Adriatica

Avevo un po’ di timore per la tappa di oggi; l’idea di abbandonare il lungomare e salire ad Ascoli mi preoccupava. In effetti 76,4 km di zone industriali, brutte ciclabili, carraie, strade sterrate, provinciali con tanto di prostitute per strada, in più controvento, per un paio di olive ascolane mi sembrano un po’ troppi.

Ma fa lo stesso, sono in vacanza quindi ci sta tutto. Allora partiamo, siete pronti?

Mi metto in strada un po’ prima del solito e imbocco subito una ciclabile che mi accompagna in uscita da San Benedetto. Dopo pochi km mi immetto in una strada locale che inizia a salire verso Ascoli. Da lì svolto presto a sinistra avvicinandomi al Tronto. Più avanti c’è una ciclabile che lo affianca.

Finisco presto in una zona industriale con strade molto larghe e percorse solo da camion, non molti per fortuna. Non fa caldissimo, ma il vento contro è molto fastidioso: “per fortuna al ritorno l’avrò a favore”. Tenete a mente questa frase

M’infilo finalmente nella prima ciclabile, ma ha un asfalto abbastanza rovinato, continui saltelli di cui il mio sedere adesso inizia a farmi pagare il conto. Finita la ciclabile, sinistra/destra ed è provinciale. Tanti camion, poca ombra e sempre vento contro. Mi imbatto in un cartello singolare.

Poco dopo capisco il motivo della sua presenza avvistando la prima di tre prostitute. Proseguo

All’ora della merenda mi imbatto in una pista per macchinine radiocomandate in terra. Siccome è aperta e ci sono dei tavoli al coperto mi infilo e chiedo al proprietario se posso usarne uno per mangiare un frutto. Accetta di buon grado e la mia merenda diventa una piacevole chiacchierata. Conosce Reggio, ci è andato a fare una gara di macchinine. È andato a Barco… barcooff. Finiamo a parlare del vento e mi racconta che al mattino tira dalla montagna al mare e al pomeriggio dal mare alla montagna. Ricordate ancora? Bene, a posto. Finite chiacchiere foto di rito con la sciarpa e riparto

Passato il pezzo di provinciale, che si è rivelato essere molto lungo, inizia una lunga e tortuosa, ma molto bella, ciclabile che mi porterà ad Ascoli. Ora ho un obiettivo: le olive! Vedo la meta vicina, ne sento il profumo, mi alzo sui pedali. Cade la batteria. Panico. Recupero i pezzi, si accende. Va. Torno a respirare. Evidentemente non l’avevo fissata bene stamattina ed in effetti mi è apparsa l’immagine che non ho fatto il solito movimento. Vabbè, tutto in ordine posso ripartire

Alle porte di Ascoli c’è lo stadio, che devo per forza far diventare granata. Ora la meta è davvero vicina e raggiungo presto quella che penso sia la piazza principale di Ascoli. Li mi attende un chiosco con un cartoccio da 10 olive. Lo faccio mio insieme ad una birra

Alla fine il bollettino di guerra parla di 20 olive ascolane (di cui 3 al tartufo, 2 palline di crema fritta e 15 normali), un panino con la porchetta, una specie di tortellino salato (quelli da pasticceria, i cappelletti che si fanno in brodo) alla ricotta e due birre. Sono soddisfatto, posso tornare giù. ovviamente il tipo della pista aveva ragione. Vento contro.

Mi fermo a mangiare una pesca di fianco ad una delle donne di cui ho parlato sopra, ma mi è sembrata molto seria. Poco propensa al dialogo. Per educazione l’ho salutata quando sono ripartito. Manco mi ha risposto

Ritorno sulla brutta ciclabile e questa volta dopo mi va forse ancora peggio dell’andata: carraie sconnesse, polvere, caldo e vento contro. Finalmente riesco a raggiungere il mare e posso fare gli ultimi km che mi separano dall’hotel in relax

Il fisico è provato dalla giornata di oggi, un po’ di spiaggia rigenerante mi ci vuole proprio.

Foto Live mentre sto scrivendo

+242,5 km è il totale pedalato fino ad oggi. Domani si arriva a Pescara. Quanti km saranno? Leggetemi e lo scopriremo insieme.

In onore dell’abbuffata odierna ecco la canzone da ascoltare

Vacanza in bici. Giorno 2 – Numana – San Benedetto del Tronto

Dopo aver saltato il Conero ieri pomeriggio ed aver dormito a Numana, questa mattina sono ripartito alla volta di San Benedetto del Tronto. La strada è stata decisamente più bella, quasi tutte ciclabili, tra l’altro recenti e ben tenute. Si, oggi ho pedalato con vero gusto.

Allora, quando qualcuno vi chiede: “ma viaggi da solo? Non è noioso?” non è vero niente… soprattutto è impossibile viaggiare da soli. Difatti stamattina pronti via e dopo nemmeno un paio di km sorpasso un ragazzo ed una ragazza che stavano andando in spiaggia a piedi; lui ha un tatuaggio. Vicenza. Quindi mi fermo e gli chiedo se è un ultras, al che mi risponde di sì e come gli propongo una foto, guarda la mia sciarpa attaccata alla bici e risponde di si con un gran sorriso. È impossibile quindi viaggiare da soli, qualche compagno, anche solo per una foto, lo trovi sempre

Salutato il “fratello vicentino” riparto con destinazione Fermo, luogo del mio pranzo e di un altro incontro. Dovete sapere che per questa vacanza ho messo nello zaino un coltello ed una forchetta perché l’idea era quella di fermarmi la mattina in un qualche negozio e comprarmi roba da fare dei panini, riservando alla cena il ruolo di pasto “serio”. Invece succede che Lollo Cervi legge del giro che sto facendo e decidiamo di pranzare insieme con la sua famiglia proprio a Fermo.

Oltre alla bellissima ciclabile oggi ho dalla mia anche il vento che, senza farsi praticamente sentire, mi spinge parecchio e quindi volo. Tanto che sarei arrivato a destinazione un’ora prima del previsto. Decido perciò di fare una sosta sul lungomare di Porto Sant’Elpidio.

Ma siccome non riesco mai a stare fermo decido di fare una capatina su Arrakis… e si, quando lo finirò vi parlerò di Dune

Arrivato dunque al lido di Fermo, mi trovo con Lollo, la Cri e Fede e ci facciamo uno scoglio e tante chiacchiere. A pancia piena e con i sorrisi degli amici si viaggia meglio e la ripartenza è subito a bomba. Il pezzo prima di raggiungere Cupra Marittima è un po’ bruttino, la ciclabile diventa un sentiero in terra battuta, ma comunque abbastanza agevole per la bici. Vento alle spalle e sole in faccia mi spingono sempre avanti a grandi pedalate verso San Benedetto del Tronto

Raggiungo senza quasi accorgermene il 43’ parallelo e ovviamente la foto è d’obbligo. Tra l’altro un ragazzo mi fa i complimenti per la sciarpa; un altro reggiano alla conquista delle Marche. Lui in realtà ha conquistato prima la sua ragazza, che lo accompagna, delle Marche. Inutile che vi dica che però anche il ragazzo ha subito il fascino di Kerri. Amore a prima vista anche per lui.

Ormai la strada è fatta però e dopo 76,4 km raggiungo la meta di oggi: il Grand Hotel Excelsior di San Benedetto del Tronto, dove ad accogliermi c’è la SPA sul tetto dell’albergo

Dopo un bagno turco ed una sauna rigeneranti posso dire che la seconda tappa del mio viaggio lungo l’Adriatico ha soddisfatto tutte le attese. Domani si va a fare un’escursione ad Ascoli Piceno, che ci sono delle olive da mangiare.

+166,1 è il totale pedalato ad oggi. Solo domani sapremo quanti saranno alla fine della terza giornata.

Tornate a trovarmi, intanto una canzone in tema con l’attrazione di oggi

Vacanza in bici. Giorno 1 – Pesaro -Ancona

Per queste due settimane di ferie d’agosto ho deciso di passarne una in bici, come ai vecchi tempi…

La scelta è ricaduta su un giretto facile e vicino: il Mare Adriatico. Questa mattina molto presto sono salito in sella alla mia Kerri (per chi non la conosce è la mia ebike, una Orbea Keram SUV) e sono andato in stazione a Reggio per prendere il treno che mi ha portato a Pesaro; punto di partenza del mio viaggio in solitaria. È la mia prima volta da solo. Avevo provato a fare 3 giorni a giugno ma ho dovuto desistere il primo, perché mi sono ammalato. Sono molto eccitato per questa novità, anche se in realtà non mi sono sentito affatto solo.

Infatti neanche il tempo di lasciare la provincia di Reggio e faccio la prima conoscenza. Francesco. Un ragazzo di Parma che di mestiere ripara biciclette, ho visto infatti come osservava attentamente la mia e mi ha fatto un sacco di domande sulla componentistica. Anche lui è rimasto affascinato da Kerri. E così ci siamo fatti compagnia fino a Cesena dove lui è sceso in direzione Trieste. Uno che va verso Sud e l’altro che sale a Nord. Insieme conquisteremo l’Adriatico, un pezzo ciascuno. Buona strada Checco!

Arrivato a Pesaro scendo dal treno e mi preparo a partire. Il via è dalla Palla di Pomodoro, che si tinge di granata (dovete sapere che nei miei viaggi porto sempre una sciarpa della Reggiana per conquistare simbolicamente i luoghi che raggiungo) e mi da l’ok per iniziare a pedalare.

Fino a Fano percorro una ciclabile bellissima, sul mare e dall’asfalto perfetto. Il tempo di una veloce merenda e riparto. La meta è ancona e i km da fare sono ancora tanti.

Raggiungo velocemente Marotta poi Senigallia dove mi fermo a pranzare. Anche lì bei pezzi di ciclabile è un po’ di arietta che mitiga il caldo del sole, anche se stasera ho una splendida abbronzata da ciclista. Come mi mancava…

Una volta ripartito, prima di raggiungere Falconara e con essa il tratto più brutto della tappa odierna (ve ne parlo tra poco), mi fermo lasciando quasi la bici in mezzo al mare per scattare una foto ricordo

Il pezzo da Falconara ad Ancona è bruttino per due motivi: si pedala su strade trafficate cioè la Statale Adriatica e la Via Flaminia uno, il panorama che mi accoglie è disseminato di raffinerie. Molto poco entusiasmante. Ma si va avanti. Anche questo fa parte del gioco.

Nota positiva di questo tratto il secondo incontro della giornata. Due giovani tedeschi di Berlino in viaggio da un mese e diretti a Lecce (pazzi!). Abbiamo condiviso un pezzo di strada insieme, anche perché si stavano immettendo in un tratto molto brutto dell’Adriatica. Li ho convinti a seguirmi e una volta raggiunto di nuovo il mare ci siamo salutati in quanto loro si sono fermati a pranzare in spiaggia… alle 14:30! Buon viaggio anche a voi ragazzi! …chissà però se ci ribeccheremo. Facciamo d’altronde la stessa strada.

Arrivato ad Ancona vado in stazione per prendere il treno e scendere a Porto Recanati per poi risalire fino a Numana; qui passerò la prima notte. Doccia, lavaggio vestiti di oggi e relax in attesa che smetta di piovere per andare a trovare un ristorante dove cenare.

+89,7 km per oggi, vediamo quanti se ne sommeranno domani

Buona serata e buon ascolto, come sempre su questo blog