Sono tornato un paio di giorni fa dal mio giro in bici lungo l’Adriatico tra Marche ed Abruzzo. Avete letto nei precedenti post il racconto tappa per tappa. Adesso mi piacerebbe fare un riassunto parlando più delle sensazioni che questo viaggio in solitaria, per me il primo, mi ha lasciato addosso.
Così tanti giorni pedalando da solo mi incuriosivano e preoccupavano allo stesso momento. Il rischio di qualche guasto in realtà non mi ha dato grossi problemi; ho sempre viaggiato su strade e ciclabili frequentate e i tratti isolati erano veramente brevi. Forse la tappa più “difficile” su questo aspetto è stata quella di Ascoli, quando ho percorso all’andata la ciclabile lungo il Tronto e al ritorno prima di entrare a Martinsicuro. Sicuramente a distrarmi sono stati l’obiettivo Olive la mattina e la voglia di sdraiarmi sul lettino in spiaggia al pomeriggio.
La curiosità invece di capire le sensazioni provate in un viaggio in solitaria è stata ben ripagata. Ho potuto ascoltarmi mentre pedalavo, capire i miei ritmi e sentire il percorso pedalata dopo pedalata. In realtà mi è capitato spesso di non essere da solo e allora Francesco sul treno per Pesaro, i due sconosciuti che mi hanno fatto una foto sotto la palla di Pomodoro e sul lungomare vicino a Falconara, poi i due ragazzi tedeschi, L’ultras vicentino all’uscita di Numana, Lollo la Cri e Fede a Fermo, il reggiano incontrato insieme alla sua morosa al 43′ parallelo, il proprietario della pista di macchinine radiocomandate alle porte di Ascoli, la prostituta sulla provinciale (ecco lei forse un po’ meno), Fabio e la Marty a Roseto, il ragazzo e la ragazza di Monaco prima di raggiungere Pineto, gli youtuber di Bicinviaggio, mio cugino Stefano, Davide e la sua ragazza i vicentini incrociati sui trabocchi, Il Tappo e la sposa con le sue amiche sono stati tutti dei compagni di viaggio. Si può dire che non ho quindi quasi mai pedalato da solo.
Il percorso è stato tutto sommato buono. Sul mare meglio l’Abruzzo per le ciclabili che le Marche, ma forse il grosso dei punti è stato raccolto dalla Via Verde della Costa dei Trabocchi; una ciclabile nuova e dal panorama mozzafiato. Io sono riuscito a percorrerla solo per un tratto relativamente breve, da Ortona a Fossacesia, ma è bastato per apprezzarne il fascino e la magia.
Altri tratti che mi sono piaciuti sono stati la ciclabile Pesaro – Fano, molto bella e scorrevole ma breve purtroppo. Poi Senigallia ed il tratto che mi ha portato fino a Fermo. In quel pezzo ho potuto anche gustarmi qualche pagina del libro che sto leggendo in questo momento, Dune.
Poi si, in Abruzzo le cose sono davvero cambiate. Quasi sempre ciclabili lungo la costa, quasi nessun tratto su strade trafficate e pericolose con l’unica pecca data dal fatto che nei centri abitati ciclovia e pista pedonale sono attaccate e bisogna fare molta attenzione ai pedoni che non guardano affatto dove stanno camminando. E in estate di gente che cammina nelle località di mare ce n’è davvero tanta. Ma sono (sia io che loro) in vacanza, che si divertano e rilassino diamine!
Una costante del viaggio in Adriatico è stata, ovviamente, la statale Adriatica; la mitica S.S. 16. Ne ho fatto almeno un pezzettino ogni giorno. Pure il venerdì che non ho pedalato, l’ho percorsa con mio cugino sullo scooter per andare in spiaggia. Ho cercato di evitarla il più possibile, perché si tratta di una strada sempre molto trafficata e senza un tratto ciclabile a fianco. È anche vero che dopo le statali dell’Ungheria nel 2017, dove i camion sfrecciavano a pochi centimetri dalle biciclette, una stataluccia italiana senza i mezzi pesanti (tutti in autostrada, visto che qui esistono a differenza della “Pannonia”) è stata quasi divertente.
Un piccolo passaggio su Kerri, la mia fedele compagna di viaggio. Per questa pedalata in solitaria ho deciso di utilizzare un’ebike, la mia Orbea Keram Suv 30. Ho fatto questa scelta perché le tappe che avevo previsto di fare erano un po’ lunghe da percorrere con Merri (l’altra mia bici, una Merida Crossway Urban 100, muscolare). Nei precedenti viaggi sono sempre stato sui 50km al giorno circa. qui ho viaggiato sul 70 abbondante e non volevo quindi tirarmi il collo. Sono pure sempre in vacanza, non tornare più stanco di quando sono partito. In più essendo da solo, potevo mantenere il mio ritmo senza adattarlo a quello del compagno di viaggio, che sia chiaro, è una delle cose belle di viaggiare insieme. Adattarsi l’un l’altro rendendo i diversi ritmi uno unico e condiviso.
Il bello di un viaggio in bicicletta è che può partire e terminare da casa. Sono partito lunedì 8 agosto prima dell’alba da casa mia già in tenuta da viaggio: pantaloncini con fondello, maglia tecnica, casco, borracce piene, zaino legato sul portapacchi. E così come mi sono goduto la pineta di Pineto o il passaggio di fianco alla vecchia stazione di San Vito Chietino, mi sono anche goduto la Vasca di Corbelli, la ciclabile delle Caprette lungo il Crostolo e l’attraversamento all’alba del ponte di San Pellegrino.
Questa cosa di non aver praticamente mai toccato la macchina per tutta la vacanza, se si escludono giovedì e venerdì sera insieme a Stefano e i due spostamenti in scooter fatti nella mia permanenza a Francavilla al Mare, è forse la parte che più mi affascina di una vacanza in bicicletta. Tutto si può toccare meglio, perché è un attimo scende dalla bicicletta e catturare un momento o un luogo. I ritmi scendono e si prende pieno possesso anche degli spazi attraversati che non sono solamente “trasferimento”, ma diventano anche essi parte del viaggio. Ed è così che mentre raggiungevo, ovviamente in bicicletta, il luogo dove mio cugino è andato a ritirare la sua bici a noleggio, ho scoperto una panchina arcobaleno sul lungomare di Francavilla. In macchina non me ne sarei per nulla accorto.
Non faceva parte del viaggio, era solo un punto di passaggio tra casa si Stefano e la partenza del nostro giro insieme, è diventata la giusta conclusione del nostro sabato insieme; anzi è stato il finale di tutto il mio viaggio! Non pensate anche voi che sia una gran figata?
E così, aggiungendoci i 22,5km pedalati domenica per raggiungere la stazione di Pescara e poi per arrivare a casa dalla stazione di Reggio il totale pedalato in questi 7 giorni è stato…
+411 km di sole, vento, acqua (fortunatamente poca quella presa in faccia, molto di più quella bevuta), sudore e sorrisi. E la voglia di partire nuovamente per un altro viaggio è già lì che mi morde le caviglie. Avanti così!
Finiamo con la musica, che sempre accompagna ogni mio post e visto che il mio è finito ora lo auguro a voi, buon viaggio…