Un nuovo 2024

Un altro anno è iniziato. Per alcuni è iniziato un altro giro della terra intorno al sole, altri invece sostengono sia una divisione arbitraria in quanto non è scritto da nessuna parte che il giro parta proprio in quel momento, d’altronde tutto è relativo. Ad ascoltare i cinesi, per esempio, il primo di gennaio non è l’inizio del nuovo anno.

In questa piena e totale incertezza, vorrei provare a pormi degli obiettivi, da provare a realizzare o comunque da seguire il più fedelmente possibile. E potrei iniziare con un elenco, una sorta di Check list. Chi un po’ mi conosce sa bene quanto mi piace fare liste, le più disparate.

In questo 2024 quindi vorrei:

  • Amare. E qui so che ultimamente mi sta venendo molto bene;
  • Cantare. Con gli amici, da solo, ad un concerto, mentre sto guidando;
  • Costruire. Perchè voi non avete idea di quante cose si possano realizzare con piccoli mattoncini colorati. O forse lo sapete benissimo, perchè anche voi vi trovate spesso impegnati a costruire;
  • Cucinare. Preparare le cose che poi ci piace mangiare credo sia una delle cose più gratificanti che ognuno di noi possa fare;
  • Fotografare. Purtroppo sto trascurando un po’ questa passione, ma se il 2024 mi deve dare qualcosa allora che sia lo stimolo per riprendere ad immortalare luoghi, persone ed ogni altra cosa in grado di regalarmi un’emozione;
  • Giocare. Passione abbastanza recente, quella dei giochi. Da tavolo, elettronici, da solo o in compagnia. L’importante è giocare perchè questa non è una prerogativa esclusiva dei bambini;
  • Pedalare. Possibilmente scoprendo nuovi percorsi ed itinerari senza comunque trascurare i miei luoghi cicloturistici preferiti;
  • Resistere. La resistenza non deve mai cessare e quest’anno voglio resistere con tutte le mie forte;
  • Scrivere. Sul blog, certamente. Ma anche da altre parti magari. Non voglio pormi limiti;
  • Tifare. Allo stadio, insieme ai tuoi fratelli, la voce viene fuori più forte e lo senti come arriva alla squadra che sente davvero il tuo sostegno;
  • Viaggiare. Che sia una vacanza, una gita in giornata o un pomeriggio in centro;

L’ultimo punto rimane sospeso perchè l’elenco potrebbe certamente andare avanti all’infinito ed ho scelto di metterlo in ordine alfabetico proprio per quel senso di “ordine” che mi contraddistingue.

L’impegno che cercherò di prendermi è quello di tornare a far vivere questo blog, che sento essere un po’ la mia casa virtuale. Quindi almeno una volta al mese conto di lasciare qui un post da condividere con voi per farvi scoprire qualcosa in più di me.

Mi piacerebbe anche fare qualche sorpresa a chi avrà voglia di iniziare o magari continuare a seguire questo Blog. Tra l’altro, ora che ci penso, è da davvero tanto tempo che mi sono buttato nel mondo dei “diari in rete”


Blog

Sostantivo
Sito web personale concepito principalmente come contenitore di testo (per es. come diario o come organo di informazione indipendente), aggiornabile dal singolo utente in tempo reale grazie ad apposito software.

Ricordo i miei inizi su iobloggo, dove tra l’altro ho conosciuto parecchie persone a cui ancora sono legato. Grazie a quella piattaforma ho iniziato i miei primi passi nel mondo dell’HTML, passi che però ho presto abbandonato: “disegnare” pagine web non fa decisamente per me. Era comunque il momento d’oro di quella piattaforma e più in generale dei blog. Col passare del tempo però, ho fatto sempre più fatica a ritrovarmi in quella “marca” ed allora sono passato al più semplice e diffuso blogger, della grande G. Infine sono giunto su questa piattaforma, anche se l’impegno ed il tempo che dedico al mio diario virtuale è davvero poco.

Ma come ho scritto all’inizio, voglio ricominciare a vivere più intensamente questo spazio.

It’s a new dawn
It’s a new day
It’s a new life
For me
And I’m feeling good

Buona lettura e buon ascolto

Dal Secchia al Garda. 3a tappa: Mantova – Affi

Penultima tappa di questa mini vacanza. Si parte da Mantova, risalendo fino alla “sorgente” del Mincio. Il Lago di Garda.

Qui mi sento molto tranquillo, quella ciclabile la conosco a memoria ed è un po’ il mio giro preferito. Ogni anno lo devo fare almeno una volta

L’inizio della Ciclovia a Mantova

Grande scoperta: hanno rifatto gran parte dell’asfalto. Come si dice è stato un bere in bianco e in pochissimo tempo mi sono ritrovato a Peschiera del Garda. Storpiando il nome di uno dei paesi incontrati oggi “veleggio sul Mincio”. Pessime battute a parte è sempre bello pedalare quella strada. Anche se ho visto un fiume un po’ sofferente. Nella prima parte molte alghe. È anche vero che con un caldo del genere non ci sono mai andato, comunque le alghe c’erano e pure parecchie. In ogni caso, come ogni Mincio che si rispetti, i pescatori coi loro accampamenti erano comunque lì. Ho anche incontrato un sacco di gente in bicicletta, ma me lo aspettavo. L’unica cosa era che quasi nessuno rispondeva ai miei ciao.

Mancati saluti a parte, pedalare su asfalto dopo due giorni di quasi solo carraia devo dire che mi ha davvero fatto bene. Almeno non mi sono ritrovato completamente impolverato.

Parentesi circondato dai crucchi

Una volta partito da Mantova ho visto due gruppi di ciclisti tedeschi fermi intenti ad ascoltare le indicazioni della loro guida. Subito mi sono detto: “questi una volta partiti vedrai che mi beccano”. Succede però che me ne dimentico e vado quindi avanti per la mia strada, quando ad un certo punto sento scampanellare ed ecco il primo gruppo che mi sorpassa. Tutti sorridenti hallo qua guten morgen là, che nervi!

Al primo sottopassaggio questi qua praticamente si fermano per controllare prima se fosse tutto libero. Al che ho deciso che non potevo restare dietro anche a quello successivo. Quindi giù di gamba e via di sorpasso.

Fine della parentesi circondato dai crucchi

La piacevole scoperta di quest’anno è stata “tavoletta”, un pezzo di legno con disegnato Sora un sorriso. Molto simpatica

Tavoletta tifa Reggiana

Una volta arrivato a Peschiera, il Lago mi accoglie con tutta la sua calma fresca. Mi fermo a mangiare sempre lì e ne approfitto per fare una bella riposata.

Con calma riparto con un obiettivo: raggiungere Garda e fare il bagno al lago. Quindi parto e risalgo paese dopo paese: Lazise, Cisano, Bardolino. Il percorso è piacevole, anche se ci sono molti passaggi in mezzo alle spiagge e alle persone. Che ti guardano ma vigliacco se si spostano; devi per forza scampanellare.

Una volta giunto a Garda, trovo una spiaggia e mi ci fiondo per fare finalmente il bagno al lago. Forse l’obiettivo principale del mio viaggio.

Le gambe ed il lago

Soddisfatta la mia voglia di acqua dolce riparto alla volta di Affi dove Leo, la Ba, Nico e l’Emma mi ospiteranno per la notte. Gli ultimi km da Cisano ad Affi mi hanno fortemente provato. Salite importanti è molto caldo. Ma il paesaggio tra i vigneti molto suggestivo.

Noi ad Affi

E anche per oggi i km li abbiamo pedalati. Quindi di seguito trovate l’aggiornamento e la canzone. Oggi, visto i tanti mancati saluti, vi lascio con “ciao ciao” de La Rappresentante di Lista.

Km pedalati: 78,6. Totale 229,5

Ciao Ciao – La Rappresentante di Lista

Dal Secchia al Garda. 2a tappa: Concordia sulla Secchia – Mantova

Postilla su ieri sera. La pizzeria, dopo avermi fatto la gentilezza di tenere la bici nel garage, mi ha inculato. 23 euro per una salsiccia e friarjelli, una weiß da mezzo litro e una bottiglietta da 33 di coca! Bravo Fede, volpe…

Ma torniamo a oggi. L’obiettivo era partire entro le 8, ma avevo dimenticato quanto tempo ci vuole a chiudere tutte le borse ed agganciarle alla bici. Risultato: sono partito dal discount dove ho comprato il pranzo, abbondantemente dopo le 9. Ma fa lo stesso, sono in ferie.

Mi rimetto velocemente sulla ciclabile del Secchia diretto con la giusta lena verso la sua foce, verso il Grande Fiume. La strada è un misto tra ghiaino e asfalto non curatissimo, ma comunque molto pedalabile. Procedo velocemente per raggiungere Quistello dove ho deciso di fare merenda. Mi accoglie il mercato settimanale e mi viene una malsana idea, forse non la cosa migliore con questo caldo, ma oh… sono in vacanza!

Cerco la friggitoria e mi faccio calamari e birra. È un attimo poi ripartire spedito.

La ciclabile, una volta giunto in Lombardia, si presenta tutta asfaltata. In realtà è una strada aperta anche al passaggio di alcune macchine, ma a questo giro non ne ho vista mezza. Bene così. Si vede comunque che siamo in pianura e verso la fine del fiume. Il percorso è caratterizzato da ampie curve che seguono le anse del Secchia (che ansia le anse…).

Man mano che mi avvicino al Po il paesaggio, come da promessa, cambia. Molti pioppeti costeggiano la strada e passando da un ponte all’altro mi ritrovo senza quasi accorgermene a fiancheggiarlo, proprio lui.

Guarda un po’, il Po

Dopo avergli strizzato l’occhio qualche km, passo un ponte molto trafficato, svolto a destra su di una provinciale ancora più trafficata coi camion lanciati a quasi 90km/h e mi preparo a mordere gli sgarletti (le caviglie, ndr) al Mincio.

Entro così nel terzo fiume. Sicuramente la tappa di oggi sarà la più ricca e varia. Su consiglio dell’amico Claudio Bassi, per il pranzo mi fermo a Governolo un piccolo centro molto carino con un bel parco dove riposare e le caprette della conca di Governolo. Nel parco incrocio due ragazzi veneti partiti proprio da Mantova e diretti a Ferrara. Alla faccia dei km sti ragazzi. Bravi.

Terminato il pranzo riparto alla volta di Mantova. Riflettevo che il Mincio, non avendo praticamente una sorgente (nasce dal Lago di Garda a Peschiera, ci passo domani) e finendo nel Po, è come un enorme canale. E cosa fa la gente nei canali? Pesca! Ho incontrato un sacco di gente accampata con tende, sedie, attrezzatura varia e griglie per cuocere.

Proseguo e il percorso mi crea un bel tranello. Anche se a questo punto credo sia una prerogativa di questa vacanza, infatti anche oggi la strada diventa una brutta carraia polverosa e calda. A salvarmi è stata l’autostrada, che si è vero che taglia in due quel tratto di pianura separando habitat e piccoli ecosistemi, ma mi salva dalla calura mente mi fermo sotto il ponte.

Là in fondo, la A22

Prima di entrare in Mantova provo anche l’ebrezza del sentiero in mezzo al bosco tra cespugli e buche, con rampa finale che mi fa alzare l’anteriore più di una volta; fortunatamente senza cappottarmi.

In ogni caso il cambiare tre fiumi mi ha davvero mostrato paesaggi molto diversi tra loro, seppur non abbia fatto chissà quanti km. Molto bello

Quindi niente, dopo il finale avventuroso, stasera mi godrò Mantova di sera passeggiando in compagnia della Ludmilla, amica mantovana, recuperando le forze per conquistare domani il Lago di Garda, che se riesco faccio pure il bagnetto.

Anche oggi finisco con i km aggiornati e una canzone, sulla protagonista della tappa odierna: l’Autostrada

Km pedalati 59,7. Totale 150,9

Daniele Silvestri – L’Autostrada

Dal Secchia al Garda. 1a tappa: Roteglia – Concordia sulla Secchia

Ci siamo. Anche quest’anno mi sono preso qualche giorno delle mie ferie per andare a fare un giretto in bici. Il mio obiettivo era sempre quello: arrivare al mare pedalando.

Mentre pianificavo tutto però, ho cambiato idea e mi sono detto: “Fede, perché non ti fai un bel giro dei fiumi puntando ad un altro specchio d’acqua?” Ed è così che è nata l’idea di arrivare al Lago di Garda partendo dal Fiume Secchia; da Roteglia precisamente.

Partenza dal Tot’i Dè

Quindi macchina parcheggiata a casa e si parte subito pedalando. Dopo un ottimo panino preparato dalla Vale con tanto amore per il pranzo mi vado subito ad immettere sulla Ciclovia del Secchia in direzione della sua immissione nel Grande Fiume, il Po.

L’altro giorno, mentre facevo la prova delle borse, ho intravisto uno scorcio che secondo me meritava una foto insieme alla bici. A me ha dato l’idea dell’obiettivo che mi ero posto: percorrere il fiume fino alla sua fine…

Kerri che guarda il suo obiettivo

Arrivato alla diga di Castellarano passo sulla sponda modenese, dal fondo decisamente migliore fino alla Veggia rispetto al lato reggiano. Ed è qui che incontro il buon Debbi di Sportinsieme, che stava ovviamente correndo, e poco più avanti un signore che mi urla: “allora com’è andata a Verona?”. Era uno dei due che l’altro giorno vedendomi con le borse mi ha chiesto dove stavo andando.

“Te lo dico quando ci arrivo tra 3 giorni” ho risposto con un bel sorriso. Poi l’ho salutato e ho proseguito.

L’inizio è sembrato dei migliori dal punto di vista “incontri”, invece oggi ho incrociato poca gente fino a Rubiera e dopo le casse di espansione, più nessuno. Km e km di strada sterrata senza un’ombra non invogliano i ciclisti a pedalare. L’unica cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è stato vedere un capriolo enorme che si è fermato in mezzo alla strada a fissarmi per una decina di secondi mentre mi avvicinavo per poi scappare velocemente in mezzo al bosco. Emozionante!

Il percorso dicevo. L’asfalto mi ha abbandonato all’altezza della Veggia, ma fino a Rubiera niente male. Continuando si finisce nella riserva naturale delle casse d’espansione. Terreno e percorso da mountain bike pura. Non comodissimo con i miei copertoni quasi stradali e le borse appese al portapacchi. Una volta uscito dall’oasi inizia il percorso fatto di carraia ghiaiosa in cima all’argine senza una minima ombra.

Carraia e sole, sole e carraia

Questo lo scenario che mi ha accompagnato per più di metà percorso, fino a Concordia. Il mio punto di arrivo per oggi.

Probabilmente il volermi togliere al più presto questa parte noiosa e poco piacevole mi ha portato a spingere di più e farmi arrivare a destinazione molto presto, non senza però fermarmi a Rovereto sul Secchia, a soli 10 km dall’arrivo, in un bar nel paese deserto per bere qualcosa di dolce e fresco.

In ogni caso ho raggiunto la mia prima tappa e domani si pedala verso Mantova toccando ben tre fiumi: ancora un po’ di Secchia, un piccolo pezzo di Po ed infine il Mincio. Confido in vari cambi di paesaggio. Lo scopriremo insieme domani.

Ecco, se dovesse capitarvi di essere da queste parti la settimana di ferragosto, sappiate che a Concordia sono tutti in ferie. Anche la pizzeria dove ho cenato doveva essere chiusa. Astuti a tenere aperto.

Benissimo dunque, ora vi lascio coi km pedalati oggi e la solita canzone da ascoltare. Tanta polvere oggi, quindi per voi la favola della polvere

Km pedalati 85,2 + 6 serali. Totale 91,2

Da Cattolica a Pesaro sulla SP44 panoramica

Con la fine dell’estate che si avvicina a grandi passi sono voluto tornare nei luoghi che ho battuto nell’ultimo viaggio in bici.

L’itinerario mi è stato suggerito dalla Betta (ma si dai, la sorella di Prandi!), così insieme alla Bea siamo partiti in treno alla volta di Cattolica per percorrere la Strada Provinciale 44 panoramica che va da Gabicce a Pesaro. Si tratta di una strada poco trafficata, se si escludono moto e bici, che si snoda attraverso i saliscendi del Monte San Bartolo.

Il percorso presenta parecchi punti panoramici quasi a strapiombo sul mare. Bella anche la visione sull’interno dove dopo quasi ogni tornante spunta maestoso il castello di Gradara

La salita comincia portandoci in un luogo storico della movida adriatica, la Baia Imperiale

Con un dolce e piacevole saliscendi si raggiunge il borgo di Casteldimezzo caratterizzato da una chiesetta molto carina, il santuario del Santissimo Crocifisso.

Continuiamo a pedalare fino a Fiorenzuola di Focara dove decidiamo di fermarci a pranzo e scelgo di provare la piadina con il gratin (pomodori, peperoni e melanzane gratinati), pecorino e crudo… pare essere tipico della zona. Comunque buona!

Anche Fiorenzuola è un bel paesino con il castello e la torre. Dal centro del paese parte una stradina che porta in una spiaggia che dicono essere molto bella, ma la strada da fare era troppa e noi dovevamo pedalare

Altro punto interessante è stato il faro di Monte San Bartolo; sempre pieni di fascino i fari. Il giro in realtà non è lunghissimo, ma ci si ferma spesso ad ammirare il paesaggio. Se si chiama panoramica questa strada ci dev’essere un motivo, no?

E cosi arriviamo di gran lena a Pesaro, dove mi congiungo con l’inizio dello scorso viaggio, la mitica palla di Pomodoro. Che questa volta però non è granata, ma invasa da un mare di bambini per un mega mercatino di cambi e scambi. Però sempre affascinante la palla

Decidiamo quindi di fuggire da tutti quei cinni ed essendo in anticipo puntiamo in direzione Fano per farci un meritato bagnetto.

Dopo il rinfrescante tuffo in mare ripartiamo per raggiungere la stazione di Fano che ci aspetta tutta carina e piccolina e senza ascensore; e Kerri pesa come la morte!

Finisce così un giro in bici davvero molto piacevole che consiglio vivamente a tutti gli appassionati di trekking in bici. La compagnia è stata piacevole e le interazioni con gli altri ciclisti, come sempre quando si viaggia con due ruote, non sono mancate

Grazie a Betta e Bea, splendide compagne di viaggio.

I km pedalati in questo secondo sabato di settembre sono stati 44,8. Direi giusti.

Che ne dite di ascoltarvi Bicycle Race? Così magari vi viene voglia di iniziare a pedalare?

Viaggio in Adriatico – Da Pesaro a Pescara

Sono tornato un paio di giorni fa dal mio giro in bici lungo l’Adriatico tra Marche ed Abruzzo. Avete letto nei precedenti post il racconto tappa per tappa. Adesso mi piacerebbe fare un riassunto parlando più delle sensazioni che questo viaggio in solitaria, per me il primo, mi ha lasciato addosso.

Così tanti giorni pedalando da solo mi incuriosivano e preoccupavano allo stesso momento. Il rischio di qualche guasto in realtà non mi ha dato grossi problemi; ho sempre viaggiato su strade e ciclabili frequentate e i tratti isolati erano veramente brevi. Forse la tappa più “difficile” su questo aspetto è stata quella di Ascoli, quando ho percorso all’andata la ciclabile lungo il Tronto e al ritorno prima di entrare a Martinsicuro. Sicuramente a distrarmi sono stati l’obiettivo Olive la mattina e la voglia di sdraiarmi sul lettino in spiaggia al pomeriggio.

La curiosità invece di capire le sensazioni provate in un viaggio in solitaria è stata ben ripagata. Ho potuto ascoltarmi mentre pedalavo, capire i miei ritmi e sentire il percorso pedalata dopo pedalata. In realtà mi è capitato spesso di non essere da solo e allora Francesco sul treno per Pesaro, i due sconosciuti che mi hanno fatto una foto sotto la palla di Pomodoro e sul lungomare vicino a Falconara, poi i due ragazzi tedeschi, L’ultras vicentino all’uscita di Numana, Lollo la Cri e Fede a Fermo, il reggiano incontrato insieme alla sua morosa al 43′ parallelo, il proprietario della pista di macchinine radiocomandate alle porte di Ascoli, la prostituta sulla provinciale (ecco lei forse un po’ meno), Fabio e la Marty a Roseto, il ragazzo e la ragazza di Monaco prima di raggiungere Pineto, gli youtuber di Bicinviaggio, mio cugino Stefano, Davide e la sua ragazza i vicentini incrociati sui trabocchi, Il Tappo e la sposa con le sue amiche sono stati tutti dei compagni di viaggio. Si può dire che non ho quindi quasi mai pedalato da solo.

Il percorso è stato tutto sommato buono. Sul mare meglio l’Abruzzo per le ciclabili che le Marche, ma forse il grosso dei punti è stato raccolto dalla Via Verde della Costa dei Trabocchi; una ciclabile nuova e dal panorama mozzafiato. Io sono riuscito a percorrerla solo per un tratto relativamente breve, da Ortona a Fossacesia, ma è bastato per apprezzarne il fascino e la magia.

Altri tratti che mi sono piaciuti sono stati la ciclabile Pesaro – Fano, molto bella e scorrevole ma breve purtroppo. Poi Senigallia ed il tratto che mi ha portato fino a Fermo. In quel pezzo ho potuto anche gustarmi qualche pagina del libro che sto leggendo in questo momento, Dune.

Poi si, in Abruzzo le cose sono davvero cambiate. Quasi sempre ciclabili lungo la costa, quasi nessun tratto su strade trafficate e pericolose con l’unica pecca data dal fatto che nei centri abitati ciclovia e pista pedonale sono attaccate e bisogna fare molta attenzione ai pedoni che non guardano affatto dove stanno camminando. E in estate di gente che cammina nelle località di mare ce n’è davvero tanta. Ma sono (sia io che loro) in vacanza, che si divertano e rilassino diamine!

Una costante del viaggio in Adriatico è stata, ovviamente, la statale Adriatica; la mitica S.S. 16. Ne ho fatto almeno un pezzettino ogni giorno. Pure il venerdì che non ho pedalato, l’ho percorsa con mio cugino sullo scooter per andare in spiaggia. Ho cercato di evitarla il più possibile, perché si tratta di una strada sempre molto trafficata e senza un tratto ciclabile a fianco. È anche vero che dopo le statali dell’Ungheria nel 2017, dove i camion sfrecciavano a pochi centimetri dalle biciclette, una stataluccia italiana senza i mezzi pesanti (tutti in autostrada, visto che qui esistono a differenza della “Pannonia”) è stata quasi divertente.

Un piccolo passaggio su Kerri, la mia fedele compagna di viaggio. Per questa pedalata in solitaria ho deciso di utilizzare un’ebike, la mia Orbea Keram Suv 30. Ho fatto questa scelta perché le tappe che avevo previsto di fare erano un po’ lunghe da percorrere con Merri (l’altra mia bici, una Merida Crossway Urban 100, muscolare). Nei precedenti viaggi sono sempre stato sui 50km al giorno circa. qui ho viaggiato sul 70 abbondante e non volevo quindi tirarmi il collo. Sono pure sempre in vacanza, non tornare più stanco di quando sono partito. In più essendo da solo, potevo mantenere il mio ritmo senza adattarlo a quello del compagno di viaggio, che sia chiaro, è una delle cose belle di viaggiare insieme. Adattarsi l’un l’altro rendendo i diversi ritmi uno unico e condiviso.

Il bello di un viaggio in bicicletta è che può partire e terminare da casa. Sono partito lunedì 8 agosto prima dell’alba da casa mia già in tenuta da viaggio: pantaloncini con fondello, maglia tecnica, casco, borracce piene, zaino legato sul portapacchi. E così come mi sono goduto la pineta di Pineto o il passaggio di fianco alla vecchia stazione di San Vito Chietino, mi sono anche goduto la Vasca di Corbelli, la ciclabile delle Caprette lungo il Crostolo e l’attraversamento all’alba del ponte di San Pellegrino.

Questa cosa di non aver praticamente mai toccato la macchina per tutta la vacanza, se si escludono giovedì e venerdì sera insieme a Stefano e i due spostamenti in scooter fatti nella mia permanenza a Francavilla al Mare, è forse la parte che più mi affascina di una vacanza in bicicletta. Tutto si può toccare meglio, perché è un attimo scende dalla bicicletta e catturare un momento o un luogo. I ritmi scendono e si prende pieno possesso anche degli spazi attraversati che non sono solamente “trasferimento”, ma diventano anche essi parte del viaggio. Ed è così che mentre raggiungevo, ovviamente in bicicletta, il luogo dove mio cugino è andato a ritirare la sua bici a noleggio, ho scoperto una panchina arcobaleno sul lungomare di Francavilla. In macchina non me ne sarei per nulla accorto.

Non faceva parte del viaggio, era solo un punto di passaggio tra casa si Stefano e la partenza del nostro giro insieme, è diventata la giusta conclusione del nostro sabato insieme; anzi è stato il finale di tutto il mio viaggio! Non pensate anche voi che sia una gran figata?

E così, aggiungendoci i 22,5km pedalati domenica per raggiungere la stazione di Pescara e poi per arrivare a casa dalla stazione di Reggio il totale pedalato in questi 7 giorni è stato…

+411 km di sole, vento, acqua (fortunatamente poca quella presa in faccia, molto di più quella bevuta), sudore e sorrisi. E la voglia di partire nuovamente per un altro viaggio è già lì che mi morde le caviglie. Avanti così!

Finiamo con la musica, che sempre accompagna ogni mio post e visto che il mio è finito ora lo auguro a voi, buon viaggio…

Viaggio in bici. Giorno 6 – Francavilla al Mare – Fossacesia e ritorno

L’ultima tappa di questo viaggio in bicicletta è stato un giro percorrendo un pezzo della Via verde della costa dei trabocchi, un percorso affascinante lungo la costa abruzzese realizzato sulla vecchia linea ferroviaria.

https://viaverdedeitrabocchi.info

Io e mio cugino Stefano partiamo da Francavilla alla volta di Ortona, da dove parte appunto la ciclabile.

Usciti dal centro abitato di Francavilla proviamo un po’ di tutto: statale, salite impegnative, discese e pure un pezzo in mezzo a degli ulivi tagliando per prati incolti ed infine facendo pure una scalinata. Ok, colpa mia. Ho sbagliato strada. In un modo o nell’altro prendiamo finalmente la ciclovia ed iniziamo la bella pedalata a fianco del mare

La giornata è ventilata e le nuvole ci nascondono il sole senza però essere troppo minacciose. Quindi continuiamo a scendere verso sud, che poi si dice scendere, ma non è micca detto che la strada sia veramente in discesa…

In ogni caso affianchiamo e superiamo i primi trabocchi. Si ma lo sapete cosa sono i trabocchi? No?! Ve lo spiego io… sono costruzioni in legno, delle palafitte sul mare nate come luoghi dove si pescava attraverso una serie di reti e fili. Ora quasi tutti i trabocchi sono diventati ristoranti dove mangiare, spesso a menù fisso, il pescato del giorno. Ci sono andato ieri sera a cena con mio cugino e mia zia. Che spettacolo!

Raggiungiamo quel trabocco e mi fermo per fare qualche foto, mio cugino per fare altro invece… contemporaneamente si fermano due ragazzi vicentini e in mezzo secondo lei mi chiede se volevo che mi facesse una foto con la mia macchina. Ho trovato una persona che attacca bottone più del sottoscritto. Fantastico. Qualche scatto, due chiacchiere e in men che non si dica propongo loro la mia solita foto di rito.

Grazie ragazzi. Buon viaggio

La nostra meta è Fossacesia, dove decidiamo di pranzare e goderci un po’ di aria di mare. Qui succede l’incredibile. Sono in un piccolo forno/alimentari che prendo le pizzette per il pranzo e mentre sto uscendo, in fila c’è il Tappo della Pol. Zelig… abbracci e foto, ça va sans dire! Ma la cosa non finisce qui, evidentemente Fossacesia è foriera di momenti intensi. Un gruppo di ragazze di Atessa, paesino della Val di Sangro, ha deciso di fare lì l’addio al nubilato di una loro amica e a chi decidono di chiedere di firmare la maglietta della futura sposa? Esatto, a me e Stefano! Ci prestiamo al gioco, ma le ragazze non possono evitare la foto con la sciarpa. Passati questi momenti epici è l’ora di fermarsi un attimo in spiaggia, ma la sosta dura poco perché vento e pioggia incombente ci fanno levare presto le tende

Forza Stefano che abbiamo dell’acqua da prendere! La pioggia ci fa compagnia fino a San Vito Chietino, mentre il vento contro rimane fino alla fine. Proseguiamo il viaggio di rientro cercando un percorso migliore di quello dell’andata tra Ortona e Francavilla. La ciclabile continua, ma ad un certo punto dice che basta, dobbiamo tornare indietro. Ed i segnali sono ben chiari, che ne dite?

Quindi ritorniamo alle salite di Ortona, ma questa volta senza campi, carraie e fossi. Non ci resta quindi che raggiungere Francavilla al Mare dopo una pedalata di 80,7km molto ma molto belli

Finisco il giro con una foto che mi piace molto. Dovete sapere che a Francavilla al Mare dal 25 luglio 2021 c’è una panchina arcobaleno “per ricordare quanto è bello che la vita abbia il colore di ogni sfumatura, contro ogni discriminazione” (il virgolettato non sono parole mie, ma del sindaco di Francavilla). Ci stava finire in questo modo.

+388,5 km è il totale pedalato fino ad oggi. Rimangono i due pezzi fino alla stazione di Pescara e da quella di Reggio a casa.

La musica, per finire… la pioggia a San Vito mi ha stimolato, ecco la canzone giusta per voi.

Viaggio in bici. Giorno 4 – Alba Adriatica – Francavilla al Mare

Quella di oggi è l’ultima tappa di questo giro lungo l’Adriatico. Ci sarà un’appendice sabato con la pedalata sulla via verde dei trabocchi, di cui vi parlerò ovviamente.

Mi avevano detto che l’Abruzzo è il top per le ciclabili ed è la verità. 65,3 km quasi tutto su percorso riservato a noi ciclisti. C’è da dire che nei paesi di mare ci sono molti pedoni che da buoni vacanzieri ciondolano a destra e a manca curandosi poco di chi sta arrivando. Anche chi ha la bici zigzaga che è un piacere. Ho rischiato lo scontro con una signora che all’ultimo ha deciso di girare a sinistra verso il suo bagno. Che meraviglia sti turisti…

A Giulianova trovo il monumento al ciclista giuliese, che un signore del posto manco sapeva ci fosse. Ma si sa che la gente conosce sempre meno le cose locali.

Passata Giulianova, nel giro di poco raggiungo Roseto degli Abruzzi dove Fabio e la Marty sono in vacanza e ci troviamo per una deliziosa merenda. Becks e pizza rossa. Si, in Abruzzo la pizza può essere sia bianca che rossa. Quella bianca noi la chiamiamo gnocco (focaccia chi viene da fuori zona), ma va bene così. Mi ha sempre fatto ridere da bambino sentir chiamare pizza bianca il gnocco.

Salutati gli amici reggiani (almeno per metà), riparto a scendere verso la mia meta finale; casa di mio cugino. Poco dopo incontro due ragazzi, anche loro in viaggio con la bici. Lui tedesco di Monaco, lei italiana che vive a Monaco. Facciamo un po’ di strada insieme, poi loro si fermano in un bar a mangiare. Io proseguo e raggiungo il luogo scelto per il pranzo che, come nel più bello dei luoghi comuni, si tratta di una pineta a Pineto. Un mio amico calernese direbbe “volo via”. Il pranzo è da veri campioni: panino con edam a fette e prosciutto cotto. Una pesca per finire e via che si riparte. Sento l’aria di casa vicina e la smania di arrivare sale.

Raggiunta Silvi Marina ho un problemino con la strada. Il percorso creato con Naviki mi porta troppo lontano dal mare secondo me, decido quindi di andare a sentimento tenendo il mare a vista. Finisco prima alla foce di un torrente con la bici letteralmente nella sabbia, poi passo da una carraia che collega due zone residenziali, salvo poi ritrovarmi nella vecchia strada del percorso originale. E allora niente, seguo il telefono che è meglio

Piccola nota sulla ciclovia Adriatica. Esiste, ne parlano e su internet si trova. Ma i cartelli si fanno un po’ desiderare; a volte li vedi, altre no. Piano piano li metteranno tutti, spero.

Ritorno sulla ciclabile lungomare e mi ritrovo in un baleno a Montesilvano. Pescara quindi è un attimo raggiungerla e Francavilla dietro l’angolo.

Se c’è una cosa che mi affascina è il Ponte del Mare che attraversa, in una curva continua, la fine del fiume Pescara. Mi sono dovuto fermare a respirare quel tratto di Mare sospeso in aria

Una volta sceso dal ponte, prima di raggiungere casa di Stefano mi affianca una famiglia di ciclo turisti, che stanno finendo il loro viaggio partito da Francavilla al Mare fino a Santa Maria di Leuca. In realtà erano appena scesi alla stazione di Pescara e stavano ritornando alla macchina. Ho scoperto che hanno una pagina YouTube e mi hanno pure intervistato. Sarà un piacere scoprire i loro giri. Mi hanno dato un sacco di spunti. Bel finale di tappa. Vi lascio il link al loro canale

https://youtube.com/c/Bicinviaggio

+307,8 km è il totale pedalato fino ad oggi. Ma non finisce qua. Ci sono i trabocchi e gli ultimi km dalla stazione di Reggio a casa. E ce lo metto tutti.

Come sempre finiamo con la canzone. Ma l’avete già sentita Boy dei Killers?!? Eccovela

Viaggio in bici. Giorno 3 – San Benedetto del Tronto – Ascoli – Alba Adriatica

Avevo un po’ di timore per la tappa di oggi; l’idea di abbandonare il lungomare e salire ad Ascoli mi preoccupava. In effetti 76,4 km di zone industriali, brutte ciclabili, carraie, strade sterrate, provinciali con tanto di prostitute per strada, in più controvento, per un paio di olive ascolane mi sembrano un po’ troppi.

Ma fa lo stesso, sono in vacanza quindi ci sta tutto. Allora partiamo, siete pronti?

Mi metto in strada un po’ prima del solito e imbocco subito una ciclabile che mi accompagna in uscita da San Benedetto. Dopo pochi km mi immetto in una strada locale che inizia a salire verso Ascoli. Da lì svolto presto a sinistra avvicinandomi al Tronto. Più avanti c’è una ciclabile che lo affianca.

Finisco presto in una zona industriale con strade molto larghe e percorse solo da camion, non molti per fortuna. Non fa caldissimo, ma il vento contro è molto fastidioso: “per fortuna al ritorno l’avrò a favore”. Tenete a mente questa frase

M’infilo finalmente nella prima ciclabile, ma ha un asfalto abbastanza rovinato, continui saltelli di cui il mio sedere adesso inizia a farmi pagare il conto. Finita la ciclabile, sinistra/destra ed è provinciale. Tanti camion, poca ombra e sempre vento contro. Mi imbatto in un cartello singolare.

Poco dopo capisco il motivo della sua presenza avvistando la prima di tre prostitute. Proseguo

All’ora della merenda mi imbatto in una pista per macchinine radiocomandate in terra. Siccome è aperta e ci sono dei tavoli al coperto mi infilo e chiedo al proprietario se posso usarne uno per mangiare un frutto. Accetta di buon grado e la mia merenda diventa una piacevole chiacchierata. Conosce Reggio, ci è andato a fare una gara di macchinine. È andato a Barco… barcooff. Finiamo a parlare del vento e mi racconta che al mattino tira dalla montagna al mare e al pomeriggio dal mare alla montagna. Ricordate ancora? Bene, a posto. Finite chiacchiere foto di rito con la sciarpa e riparto

Passato il pezzo di provinciale, che si è rivelato essere molto lungo, inizia una lunga e tortuosa, ma molto bella, ciclabile che mi porterà ad Ascoli. Ora ho un obiettivo: le olive! Vedo la meta vicina, ne sento il profumo, mi alzo sui pedali. Cade la batteria. Panico. Recupero i pezzi, si accende. Va. Torno a respirare. Evidentemente non l’avevo fissata bene stamattina ed in effetti mi è apparsa l’immagine che non ho fatto il solito movimento. Vabbè, tutto in ordine posso ripartire

Alle porte di Ascoli c’è lo stadio, che devo per forza far diventare granata. Ora la meta è davvero vicina e raggiungo presto quella che penso sia la piazza principale di Ascoli. Li mi attende un chiosco con un cartoccio da 10 olive. Lo faccio mio insieme ad una birra

Alla fine il bollettino di guerra parla di 20 olive ascolane (di cui 3 al tartufo, 2 palline di crema fritta e 15 normali), un panino con la porchetta, una specie di tortellino salato (quelli da pasticceria, i cappelletti che si fanno in brodo) alla ricotta e due birre. Sono soddisfatto, posso tornare giù. ovviamente il tipo della pista aveva ragione. Vento contro.

Mi fermo a mangiare una pesca di fianco ad una delle donne di cui ho parlato sopra, ma mi è sembrata molto seria. Poco propensa al dialogo. Per educazione l’ho salutata quando sono ripartito. Manco mi ha risposto

Ritorno sulla brutta ciclabile e questa volta dopo mi va forse ancora peggio dell’andata: carraie sconnesse, polvere, caldo e vento contro. Finalmente riesco a raggiungere il mare e posso fare gli ultimi km che mi separano dall’hotel in relax

Il fisico è provato dalla giornata di oggi, un po’ di spiaggia rigenerante mi ci vuole proprio.

Foto Live mentre sto scrivendo

+242,5 km è il totale pedalato fino ad oggi. Domani si arriva a Pescara. Quanti km saranno? Leggetemi e lo scopriremo insieme.

In onore dell’abbuffata odierna ecco la canzone da ascoltare

Vacanza in bici. Giorno 2 – Numana – San Benedetto del Tronto

Dopo aver saltato il Conero ieri pomeriggio ed aver dormito a Numana, questa mattina sono ripartito alla volta di San Benedetto del Tronto. La strada è stata decisamente più bella, quasi tutte ciclabili, tra l’altro recenti e ben tenute. Si, oggi ho pedalato con vero gusto.

Allora, quando qualcuno vi chiede: “ma viaggi da solo? Non è noioso?” non è vero niente… soprattutto è impossibile viaggiare da soli. Difatti stamattina pronti via e dopo nemmeno un paio di km sorpasso un ragazzo ed una ragazza che stavano andando in spiaggia a piedi; lui ha un tatuaggio. Vicenza. Quindi mi fermo e gli chiedo se è un ultras, al che mi risponde di sì e come gli propongo una foto, guarda la mia sciarpa attaccata alla bici e risponde di si con un gran sorriso. È impossibile quindi viaggiare da soli, qualche compagno, anche solo per una foto, lo trovi sempre

Salutato il “fratello vicentino” riparto con destinazione Fermo, luogo del mio pranzo e di un altro incontro. Dovete sapere che per questa vacanza ho messo nello zaino un coltello ed una forchetta perché l’idea era quella di fermarmi la mattina in un qualche negozio e comprarmi roba da fare dei panini, riservando alla cena il ruolo di pasto “serio”. Invece succede che Lollo Cervi legge del giro che sto facendo e decidiamo di pranzare insieme con la sua famiglia proprio a Fermo.

Oltre alla bellissima ciclabile oggi ho dalla mia anche il vento che, senza farsi praticamente sentire, mi spinge parecchio e quindi volo. Tanto che sarei arrivato a destinazione un’ora prima del previsto. Decido perciò di fare una sosta sul lungomare di Porto Sant’Elpidio.

Ma siccome non riesco mai a stare fermo decido di fare una capatina su Arrakis… e si, quando lo finirò vi parlerò di Dune

Arrivato dunque al lido di Fermo, mi trovo con Lollo, la Cri e Fede e ci facciamo uno scoglio e tante chiacchiere. A pancia piena e con i sorrisi degli amici si viaggia meglio e la ripartenza è subito a bomba. Il pezzo prima di raggiungere Cupra Marittima è un po’ bruttino, la ciclabile diventa un sentiero in terra battuta, ma comunque abbastanza agevole per la bici. Vento alle spalle e sole in faccia mi spingono sempre avanti a grandi pedalate verso San Benedetto del Tronto

Raggiungo senza quasi accorgermene il 43’ parallelo e ovviamente la foto è d’obbligo. Tra l’altro un ragazzo mi fa i complimenti per la sciarpa; un altro reggiano alla conquista delle Marche. Lui in realtà ha conquistato prima la sua ragazza, che lo accompagna, delle Marche. Inutile che vi dica che però anche il ragazzo ha subito il fascino di Kerri. Amore a prima vista anche per lui.

Ormai la strada è fatta però e dopo 76,4 km raggiungo la meta di oggi: il Grand Hotel Excelsior di San Benedetto del Tronto, dove ad accogliermi c’è la SPA sul tetto dell’albergo

Dopo un bagno turco ed una sauna rigeneranti posso dire che la seconda tappa del mio viaggio lungo l’Adriatico ha soddisfatto tutte le attese. Domani si va a fare un’escursione ad Ascoli Piceno, che ci sono delle olive da mangiare.

+166,1 è il totale pedalato ad oggi. Solo domani sapremo quanti saranno alla fine della terza giornata.

Tornate a trovarmi, intanto una canzone in tema con l’attrazione di oggi