Dal Secchia al Garda. 2a tappa: Concordia sulla Secchia – Mantova

Postilla su ieri sera. La pizzeria, dopo avermi fatto la gentilezza di tenere la bici nel garage, mi ha inculato. 23 euro per una salsiccia e friarjelli, una weiß da mezzo litro e una bottiglietta da 33 di coca! Bravo Fede, volpe…

Ma torniamo a oggi. L’obiettivo era partire entro le 8, ma avevo dimenticato quanto tempo ci vuole a chiudere tutte le borse ed agganciarle alla bici. Risultato: sono partito dal discount dove ho comprato il pranzo, abbondantemente dopo le 9. Ma fa lo stesso, sono in ferie.

Mi rimetto velocemente sulla ciclabile del Secchia diretto con la giusta lena verso la sua foce, verso il Grande Fiume. La strada è un misto tra ghiaino e asfalto non curatissimo, ma comunque molto pedalabile. Procedo velocemente per raggiungere Quistello dove ho deciso di fare merenda. Mi accoglie il mercato settimanale e mi viene una malsana idea, forse non la cosa migliore con questo caldo, ma oh… sono in vacanza!

Cerco la friggitoria e mi faccio calamari e birra. È un attimo poi ripartire spedito.

La ciclabile, una volta giunto in Lombardia, si presenta tutta asfaltata. In realtà è una strada aperta anche al passaggio di alcune macchine, ma a questo giro non ne ho vista mezza. Bene così. Si vede comunque che siamo in pianura e verso la fine del fiume. Il percorso è caratterizzato da ampie curve che seguono le anse del Secchia (che ansia le anse…).

Man mano che mi avvicino al Po il paesaggio, come da promessa, cambia. Molti pioppeti costeggiano la strada e passando da un ponte all’altro mi ritrovo senza quasi accorgermene a fiancheggiarlo, proprio lui.

Guarda un po’, il Po

Dopo avergli strizzato l’occhio qualche km, passo un ponte molto trafficato, svolto a destra su di una provinciale ancora più trafficata coi camion lanciati a quasi 90km/h e mi preparo a mordere gli sgarletti (le caviglie, ndr) al Mincio.

Entro così nel terzo fiume. Sicuramente la tappa di oggi sarà la più ricca e varia. Su consiglio dell’amico Claudio Bassi, per il pranzo mi fermo a Governolo un piccolo centro molto carino con un bel parco dove riposare e le caprette della conca di Governolo. Nel parco incrocio due ragazzi veneti partiti proprio da Mantova e diretti a Ferrara. Alla faccia dei km sti ragazzi. Bravi.

Terminato il pranzo riparto alla volta di Mantova. Riflettevo che il Mincio, non avendo praticamente una sorgente (nasce dal Lago di Garda a Peschiera, ci passo domani) e finendo nel Po, è come un enorme canale. E cosa fa la gente nei canali? Pesca! Ho incontrato un sacco di gente accampata con tende, sedie, attrezzatura varia e griglie per cuocere.

Proseguo e il percorso mi crea un bel tranello. Anche se a questo punto credo sia una prerogativa di questa vacanza, infatti anche oggi la strada diventa una brutta carraia polverosa e calda. A salvarmi è stata l’autostrada, che si è vero che taglia in due quel tratto di pianura separando habitat e piccoli ecosistemi, ma mi salva dalla calura mente mi fermo sotto il ponte.

Là in fondo, la A22

Prima di entrare in Mantova provo anche l’ebrezza del sentiero in mezzo al bosco tra cespugli e buche, con rampa finale che mi fa alzare l’anteriore più di una volta; fortunatamente senza cappottarmi.

In ogni caso il cambiare tre fiumi mi ha davvero mostrato paesaggi molto diversi tra loro, seppur non abbia fatto chissà quanti km. Molto bello

Quindi niente, dopo il finale avventuroso, stasera mi godrò Mantova di sera passeggiando in compagnia della Ludmilla, amica mantovana, recuperando le forze per conquistare domani il Lago di Garda, che se riesco faccio pure il bagnetto.

Anche oggi finisco con i km aggiornati e una canzone, sulla protagonista della tappa odierna: l’Autostrada

Km pedalati 59,7. Totale 150,9

Daniele Silvestri – L’Autostrada